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Roma, Teatro dell’Opera: una vicenda che non deve lasciare indifferenti

10 Ottobre 2014
L'allarme di SLC CGIL Emilia-Romagna e Parma

Quanto accaduto al Teatro dell'Opera di Roma è inaccettabile nel merito e nel metodo.

Per l'ennesima volta si fanno ricadere sui lavoratori colpe che non appartengono a loro tentando di mascherare così gestioni dissennate e scelte politiche scellerate.

Con una scientifica campagna di disinformazione, si assiste al tentativo di mettere lavoratori, cittadini, organizzazioni sindacali e teatri gli uni contro gli altri.

Da troppo tempo, anziché definire nuove ed efficaci norme per la produzione culturale dal vivo, certezza dei finanziamenti e delle risorse economiche, si interviene legislativamente tagliando i fondi per la cultura e aprendo la via ad interventi sulla riduzione delle masse artistiche e sul personale tecnico ed amministrativo.

Il teatro d'opera, in quanto centro di produzione con le proprie professionalità e competenze e la cultura in generale sono un patrimonio, una risorsa ed un volano per l'economia e l'occupazione locali e nazionali. In tutto il mondo è riconosciuta la qualità della produzione culturale italiana e di alcuni suoi teatri in particolare. Gli unici a non vedere tutto ciò sembrano essere inqualificabili politici e sovrintendenti.

Con la scusa delle difficoltà economiche e finanziarie intraprendere la più comoda via del ridurre i teatri d'opera a contenitori utile per qualsiasi produzione ed iniziativa, snaturandone l'essenza e generando precarietà, comporterà la perdita di quell'unicità e capacità d'attrattiva e quel prestigio che oggi sono invece riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.

Per queste ragioni le vicende e la battaglia dei lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma non possono lasciare indifferenti se si vuole un vero riscatto del nostro Paese a partire anche dalla produzione culturale.

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