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Auser Parma a Sant'Anna di Stazzema. "Per non dimenticare e tramandare"

27 Settembre 2024
Diario di un viaggio della memoria, a cura di Mario Banchieri

AUSER Parma ha organizzato sabato 14 settembre, nell’ambito dell’ottantesimo anniversario della strage, una visita guidata al parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema (LU).

Il Parma è stato istituito nel Dicembre 2000 con l'obiettivo di mantenere viva la memoria storica dei tragici eventi dell'estate del 1944 che qui a Sant'Anna, vide uno degli eccidi più efferati, un crimine di guerra nazifascista compiuto da soldati tedeschi delle SS e da collaborazionisti italiani della RSI.

È un silenzio carico d'attesa quello che ci accoglie nella piazzetta prima di entrare, accompagnati da una giovane guida, nel Museo Storico della Resistenza che attraverso testimonianze e memorie scritte dai pochi sopravvissuti al massacro, coinvolgono emotivamente i venti partecipanti alla visita. C’è pure un riferimento parmense nell’esposizione. Sala Baganza avrebbe dovuto ospitare gli sfollati del paese che si trovava sulla linea Gotica. Ma non fu possibile procedere. Nessun mezzo fu messo a disposizione.

È la cruda realtà espressa dalle foto e da altre immagini che mostrano corpi sui quali si è abbattuta la bestiale ferocia dei nazifascisti che colpisce ulteriormente e che non trova alcuna spiegazione in tanto accanimento così brutale e spietato su donne e bambini inermi.

La visita prosegue tornando all'aperto e all'ombra di alti castagni l'acciottolato di un sentiero, in breve salita, permette di raggiunge il Monumento Sacrario, che svetta sulla collina sopra al paese, una torre in pietra di 12 metri a quattro arcate sotto al quale vi è una scultura raffigurante una madre che stringe al petto la figlioletta uccisa dal fuoco nazifascista.

Le immagini appena viste al Museo, sono ancora impresse negli occhi e nell'anima e di fronte al blocco di granito ricoperto su entrambi i lati da i nomi delle 393 vittime ( solo quelle identificate delle 560 stimate) non a caso per qualche minuto fa cadere il silenzio fra i presenti.

E in quel silenzio ammirando la bellezza dell'abbraccio del verde intenso dei colli, dei boschi di castagni che circondano un pugno di poche misere case, viene dal cuore chiedersi come sia possibile che il bello che ci circonda possa, improvvisamente diventare violento, mostruoso, riempirsi di grida, di spari, di odore di morte, così cerchi un respiro di pace gettando lo sguardo al mare che fa da orizzonte.

Si discende il sentiero con il rammarico di una sosta troppo breve.

Avremmo voluto riempirci l'anima di quell'atmosfera colma di un naturale silenzio intrisa di quel passato tragico per ricordarla.

Per essere capaci di ricordare di più, più profondamente, per trasmettere le emozioni che la memoria di chi è sopravvissuto ci ha trasmesso. Perché quella memoria sia anche la nostra, che ci appartenga per sentirla dentro come vissuta e tramandarla, fare nostra la loro memoria, per non dimenticare, per il domani.

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